Vita di Giorgio Strehler


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Cristina Battocletti, Giorgio Strehler. Il ragazzo di Trieste. Vita, morte e miracoli. La nave di Teseo, Milano, 2021, pp. 439.

Saggio biografico, corredato da ampia bibliografia, indice dei nomi e numerose fotografie, sul noto regista teatrale, direttore artistico, senatore ed europarlamentare (1921-97).

Visse sempre da ateo coerente fino alla fine. Già da studente in un istituto religioso milanese si faceva beffe del sacramento della Comunione al fine di gustarsi “una squisita cioccolata in tazza” tre volte al giorno: “inoltre è sinceramente convinto che tre pezzi di Gesù in corpo valgono più di uno. L’espulsione è immediata”.

Il testo documenta che esisteva ancora la censura teatrale preventiva di epoca fascista. Ogni opera doveva essere depositata prima in Questura e approvata dalla “Commissione censura”! In barba alla Costituzione la Polizia poteva quindi ostacolare ogni opera teatrale sgradita:

  • nel 1953 fu ospitato al Piccolo Teatro uno spettacolo di Dario Fo, “censurato ovunque”
  • nel 1945 uno spettacolo di Brecht è censurato a Padova: “le repliche vengono bloccate”
  • nel 1951 “il governo De Gasperi impedisce alla Biennale Teatro di Venezia di rappresentare Brecht”
  • nel 1951 uno spettacolo anticolonialista “dura il tempo della prima rappresentazione” ecc.

Al Piccolo Teatro il clima oscurantista di quegli anni indusse a prudenze nella programmazione per non irritare “l’area destrorsa e clericale milanese… non possono sottovalutare lo strapotere della Democrazia Cristiana”. Comunque Strehler decise di sfidare le ire democristiane nel 1962 quando inizia a lavorare sul Galileo di Brecht: frati, preti, cardinali, politici clericali e ciellini si scatenano per censurare l’opera, ma regista, attori ecc. “decidono di tenere duro e il 21 aprile 1963, alle sette di sera, il Galileo va in scena senza tagli”. Il sindaco socialdemocratico di allora Gino Cassinis, già professore di matematica a Pisa e autore anche lui di studi sulla gravità, protesse Strehler da ogni censura clericale (vedi voce Cassinis su Wikipedia).

Il testo ricorda anche un’altra opera anticlericale di Brecht ripresa da Strehler, “Santa Giovanna dei Macelli”… è una critica della subdola alleanza tra il capitalismo e la Chiesa”.

Brecht morì il 14 agosto 1956, pochi mesi dopo essere venuto a Milano da Strehler il 10 febbraio 1956. L’Autrice non considera minimamente l’ipotesi di una morte causata da veleno ad effetto ritardato, ma il più recente caso analogo del Nobel Pablo Neruda lascia qualche sospetto (vedi voce Neruda su Wikipedia). Si ricordi anche il caso Pietro Secchia “avvelenato dalla CIA” (voce Secchia su Wikipedia).

In conclusione un ottimo testo biografico, che però forse non colloca nella giusta luce storica il quadro politico in cui Strehler fu costretto a barcamenarsi.

Pierino Marazzani, gennaio 2022

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